Scoperto un meccanismo di resistenza alla terapia del tumore del pancreas che in futuro potrebbe essere aggirato con nuovi farmaci. È il risultato di uno studio, pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine, condotto da esperti dell’Università Cattolica di Roma e Policlinico Gemelli Irccs, coordinato da Claudio Sette, professore ordinario di Anatomia umana dell’Università Cattolica e direttore della ”Organoids Facility” alla Fondazione Policlinico universitario Gemelli Irccs

Gli esperti hanno scoperto che il tumore sfugge ai farmaci chemioterapici mettendo in atto un ‘rimescolamento genetico’, giocandosi quindi le sue carte migliori per eludere le cure. 

La malattia

Il tumore del pancreas colpisce ogni anno circa 500mila persone nel mondo; pur essendo il 14esimo tipo di cancro come incidenza, si tratta ad oggi purtroppo della settima causa di morte per tumore. Si tratta di un killer che spesso lascia poche chance di guarigione, la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è minore del 10%. E’ accaduto a Gianluca Vialli, scomparso a 58 anni dopo una lunga lotta contro la malattia.

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La diagnosi

Purtroppo, il tumore del pancreas, almeno nelle sue fasi iniziali, insorge con sintomi subdoli e aspecifici come la perdita dell’appetito, il calo di peso e un dolore progressivamente ingravescente nella parte alta dell’addome che si irradia spesso alla schiena con alterazioni degli esami ematici del pancreas. Pertanto, la neoplasia viene sospettata tardivamente e la diagnosi è spesso posta in uno stadio di malattia già avanzato e non curabile in maniera radicale. Spesso la malattia viene diagnosticata per caso, come nel caso di Fedez, il rapper milanese che ha dichiarato di aver scoperto la malattia durante un esame di routine.

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”Paragonando tumori pancreatici di sottotipi diversi – sottolinea Sette – abbiamo visto che la neoplasia resistente alle cure si associa a una regolazione dello splicing ben precisa, che porta appunto alla sintesi di proteine associate alla chemioresistenza. Il nostro studio, finanziato dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, ha anche identificato un regolatore dello splicing, chiamato ‘Quaking’, che è espresso nei tumori del pancreas più aggressivi e che con la sua azione promuove la sintesi delle proteine che innescano la chemioresistenza”.       Attualmente – evidenziano i ricercatori – sono già esistenti farmaci regolatori dallo splicing che potrebbero dunque essere impiegati anche per questo tumore. Ci sono anche terapie specifiche per singoli eventi di splicing, come il farmaco nusinersen usato nella atrofia muscolare spinale. ”La nostra scoperta apre dunque a nuove possibilità di cura per una tipologia di tumore che generalmente non risponde alle terapie esistenti”, conclude Sette.

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