L’ultima vicenda giudiziaria che investe il nome della famiglia del cardinale Angelo Becciu lo vede estraneo. E’ l’indagine della Procura di Sassari per riciclaggio e peculato sui fondi dell’8 per mille destinati alla Diocesi di Ozieri, in cui sono indagati Antonino Becciu, fratello del cardinale, il vescovo di Ozieri Corrado Melis, e altre sette persone. Il suo nome è legato piuttosto alla vicenda dello scandalo finanziario scoppiato dentro la Santa Sede nel 2019 legato al palazzo di Sloane Avenue, Londra, un investimento dalla storia quantomeno travagliata che ha generato oltre 200 milioni di perdite nette per le casse papali. Ora è stato venduto, ma ha lasciato un segno profondo, visto che dall’infinito processo voluto da Francesco è scaturita una condanna per il cardinale è stato condannato a fin e 2023 a cinque anni e sei mesi di reclusione con interdizione perpetua dai pubblici uffici. Più 8mila euro di multa.

La condanna alla fine del processo su Sloane Avenue

Il porporato è stato riconosciuto colpevole di due peculati – per l’investimento iniziale nell’immobile di Sloane Avenue e per i 125mila euro inviati alla cooperativa Spes di Ozieri del fratello Antonino – e una truffa aggravata. Gli avvocati del prelato sardo hanno sempre ribadito la sua innocenza e hanno annunciato appello». Nella vicenda sono state coinvolte diverse altre persone, sia ex alti esponenti della Santa Sede (alcuni di fatto assolti o al massimo colpiti da una piccola multa) altri anche esterni sono stati condannati. Ma al di là della vicenda giudiziaria specifica lo scandalo ha determinato una tempesta perfetta dentro le mura leonine, con cambi repentini di incarichi di vertice e spostamento degli assetti delle finanze, con il passaggio di tutta la cassa della Segreteria di Stato e dell’Obolo all’Apsa, il “Mef” della Santa Sede destinata a gestire tutti i vari tesoretti sparsi del governo papale, anche se le resistenze al trasferimento dei fondi (che poi deve materialmente investire lo Ior) risultano ancor evidenti. E questo è un problema visto che il bilancio vaticano (ancora non reso noto per il 2023) risulta in deficit, come rivelato dal Papa.

La privazione delle prerogative (tra cui partecipare al Conclave)

La vicenda di Becciu – vicino alla soglia dei 75 anni, nativo di Pattada – resta comunque il capitolo che più di altri ha segnato la storia recente, perché alla fine dio scandali finanziari, di varia entità, ce ne sono stati parecchi e non è detto che questo sarà l’ultimo. Becciu è il primo cardinale della storia condannato da un tribunale interno, e questo dopo essere stato privato nel 2020 dal Papa non solo della carica in Curia che ricopriva alla guida della Congregazione dei Santi ma anche delle sue prerogative di porpora (quindi per dire non potrebbe partecipare ad un eventuale Conclave). Un tempo Becciu è stato forse il prelato più potente, sia ai tempi di Benedetto XVI che di Francesco, essendo stato dal 2011 sostituto per gli Affari generali, carica che lo pone alla guida della macchina di punta del governo, in grado di interloquire direttamente con il Papa anche ogni giorno. Era arrivato a quella poltrona dopo una lunga carriera diplomatica e la guida di nunziature come quelle in Angola e Cuba, e lo stesso Francesco lo aveva confermato nel 2013, per poi promuoverlo cardinale e destinarlo alla guida di un dicastero.

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