Se la sete è un problema grave, ancora più grave è soddisfarla con l’acqua sbagliata. Più di 2 miliardi di persone nel mondo (una su quattro) sono costrette a farlo ogni giorno, perché non hanno accesso a fonti pulite, né a servizi igienico-sanitari adeguati. Questa carenza è responsabile del 90% dei casi di diarrea, la seconda causa di morte nei bambini sotto i cinque anni: ne uccide 1.200 al giorno. Un dato da tenere a mente nella Giornata mondiale dell’acqua, che cade ogni anno il 22 marzo.

L’accesso all’acqua pulita è anche una questione di genere: nei Paesi in cui le risorse idriche non sono disponibili in casa, le donne e le bambine sono le principali responsabili della raccolta dell’acqua in 8 famiglie su 10. La distanza delle risorse idriche e dei servizi igienici riducono l’emancipazione e aumentano il rischio di molestie per donne e bambine. Sono alcuni dei dati che emergono da Flowing Futures, l’Atlante di WeWorld sulla carenza di acqua a livello globale e le sue conseguenze per i diritti umani.

Crisi idrica come fatto personale

Per le donne, in particolare, la crisi idrica è un fatto personale. Spesso sono costrette a coprire a piedi lunghe distanze, a stare in fila per ore ad aspettare il proprio turno oppure a pagare somme esorbitanti di denaro per assicurarsi l’acqua necessaria alla sopravvivenza della propria famiglia, a cucinare il cibo e all’igiene. Nei loro sforzi per procurarsi l’acqua, spesso si trovano di fronte a una scelta impossibile: morte certa senza acqua o possibile morte dovuta all’acqua sporca.

Oggi, le donne di tutto il mondo impiegano complessivamente ben 200 milioni di ore all’anno a raccogliere l’acqua. Questo limita la possibilità delle ragazze di andare a scuola e di attrezzarsi per un futuro migliore. La carenza di risorse idriche, inoltre, espone le donne ad ulteriori rischi per la salute, perché sono più vulnerabili a molestie e lesioni quando devono andare lontano per trasportare l’acqua o semplicemente per usare il bagno.

In base a un rapporto dell’Oms, più di mezzo miliardo di donne condividono i servizi igienici con altre famiglie, compromettendo la propria privacy, dignità e sicurezza. Recenti sondaggi condotti in 22 Paesi mostrano che tra le famiglie con servizi igienici condivisi le donne e le ragazze si sentono insicure quando camminano da sole di notte per andare in bagno e hanno maggiori probabilità di essere esposte a violenze sessuali e altri rischi per la sicurezza. I servizi igienici inadeguati, inoltre, limitano la loro possibilità di gestire in modo sicuro e privato il ciclo mestruale. Tra i 51 Paesi con dati disponibili, le donne e le ragazze adolescenti che appartengono alle famiglie più povere hanno maggiori probabilità di non avere un posto privato dove lavarsi e cambiarsi.

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