L’ultimo tassello è caduto il 1 marzo, con la soppressione dell’Anpal. Si chiude un’epoca, perché proprio all’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro il governo gialloverde, con la regia dell’ex vicepremier Luigi Di Maio, aveva affidato l’accompagnamento al lavoro dei percettori del Reddito di cittadinanza. Una mission impossible che – risultati alla mano – si è rivelata un flop. Le competenze sulle politiche attive del lavoro tornano al ministero guidato da Marina Calderone, che ha creato una direzione ad hoc affidata a Massimo Temussi.

Dal fallimento del progetto di Renzi all’arrivo di Mimmo Parisi

Ai vertici di Anpal e Anpal servizi cinque anni fa fu chiamato dal Mississippi un professore di Demografia e Statistica applicata, Domenico Parisi, di origini italiane. Aveva grandi ambizioni: voleva esportare in Italia il Mississippi works system, per far entrare i disoccupati direttamente in contatto con le aziende attraverso l’ utilizzo anche dei big data. L’epilogo fu ben diverso, rispetto alle aspettative. Travolto dalle critiche Parisi si dimise, in seguito alle interrogazioni parlamentari e alle polemiche per le spese sostenute per trasporti e alloggio (la magistratura contabile lo ha poi scagionato il professore da responsabilità per danno erariale). Anpal, in realtà vide la luce sotto il governo Renzi nel 2015, che con il Jobs act voleva superare la ventina di sistemi regionali esistenti con la creazione di una Agenzia nazionale, ma il fallimento del referendum di riforma costituzionale, decreto il fallimento di questa strategia.

La fine del Reddito di cittadinanza e il “licenziamento” dei navigator

La chiusura dei battenti dell’Anpal che è rimasta commissariata dall’uscita di scena di Parisi , e il trasferimento delle competenze sulle politiche attive al ministero del Lavoro è stata preceduta dalla soppressione del Reddito di cittadinanza dallo scorso 1 gennaio. Prima ancora, fu decretata la fine dell’esperienza dei navigator, i 2.980 giovani assunti con contratti di collaborazione stipulati nell’estate del 2019 da Anpal servizi, “creature” fortemente volute da Di Maio e Parisi per affiancare gli operatori dei centri per l’impiego per l’assistenza ai percettori del Reddito di cittadinanza. L’introduzione di queste figure “ibride” da subito fu oggetto di polemiche con le regioni, e dopo una serie di proroghe alla fine del 2022 furono “licenziati” dal governo Meloni .

La trasformazione di Anpal servizi in società in house del ministero del Lavoro

Sempre dal 1° marzo è cessata di esistere anche Anpal Servizi, diventata Sviluppo Lavoro Italia, per effetto del decreto n.230 del 2023 sulla riorganizzazione del ministero del Lavoro, trasformandosi in soggetto in house del dicastero guidato da Marina Calderone: come Ad è stata nominata Paola Nicastro, avvocato di grande esperienza nel settore, cinque anni fa protagonista di accesi scontri con Parisi, anche sulla questione delle spese del professore italo-americano. Nel Cda della società siedono cinque membri, di cui tre, incluso il presidente, nominati dal ministro del Lavoro, uno nominato dal ministro dell’Economia e uno nominato su designazione della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano. Sviluppo Lavoro Italia si avvarrà inoltre di un comitato consultivo strategico di dieci membri delle parti sociali più rappresentative.

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