È un investimento da 100 milioni di euro quello che il gruppo bolognese Pizzoli inaugura a San Pietro in Casale, nella pianura a nord, direzione Ferrara: uno stabilimento ad alta tecnologia e automazione di 40mila mq coperti, il più grande in tutto il Sud Europa, con cui il marchio italiano leader delle patate surgelate si prepara a triplicare i volumi produttivi e a ritagliarsi un ruolo da co-protagonista in Europa al fianco dei grandi player mondiali che si contendono il mercato, dai colossi olandesi Aviko e Farm Frites International al belga Agristo, dall’holding americana Lamb Weston alla candese Mccain.

«Siamo i primi produttori in Italia di patate surgelate (con il 23% del mercato in valore, ndr) e primi per notorietà del nostro marchio Patasnella, ma siamo ancora piccoli rispetto ai nostri concorrenti, tutte multinazionali del Nord Europa o del Nord America, e abbiamo una quota risibile di export, attorno al 2%. Con questo investimento puntiamo a portare il fatturato estero al 15% in tre anni, sviluppandoci in tutto il bacino mediterraneo e anche oltreoceano, e trainando assieme a noi l’intera filiera pataticola italiana», afferma Nicola Pizzoli, terza generazione alla guida dell’azienda fondata a Budrio nel 1926. Che oggi a San Pietro in Casale taglia ufficialmente il nastro del suo terzo sito industriale, dopo Budrio e Baricella (sempre nel Bolognese, specializzati rispettivamente in patate surgelate e fresche) operativo in realtà già dallo scorso luglio, con una capacità produttiva di circa 100mila tonnellate l’anno e lavorazioni h 24, sei giorni e mezzo alla settimana.

L’impianto sorge sulle ceneri dell’ex zuccherificio Sfir, rilevato otto anni fa da Pizzoli e dove nel 2017 è stato avviato il primo step di investimento: una piattaforma logistica da 9mila posti pallet a servizio, allora, del quartier generale storico di Budrio, a una ventina di chilometri di distanza. Ora, dopo due anni di cantieri e i primi mesi di rodaggio, si aggiunge lo stabilimento centrale di lavorazione delle patate surgelate, 75 milioni di euro di esborso sostenuto anche grazie a un contratto di sviluppo del Mimit (ex Mise) e a un finanziamento di Intesa Sanpaolo di 45 milioni di euro.

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«Ci prepariamo a tagliare quest’anno il traguardo dei 200 milioni di euro di fatturato – annuncia l’Ad – dopo il +25% messo a segno nel 2023 (a 159 milioni di ricavi, ndr). Siamo molto ottimisti, la domanda di patate surgelate è sostenuta sia nel retail, che assorbe circa il 65% dei nostri volumi, sia nel fuori casa. A regime arriveremo ad assorbire 350mila tonnellate di materia prima dalle aziende agricole e il nostro obiettivo è portare ad almeno l’80% la quota di patate italiane. Oggi ci riforniamo da 12 regioni e stimiamo che la produzione annua di patate aumenterà del 15 per cento».L’investimento ha creato già anche 60 nuovi posti di lavoro a San Pietro in Casale, portando a 308 persone gli organici di Pizzoli. «E qui nei prossimi anni – conclude Pizzoli – accoglieremo anche la parte di confezionamento di patate fresche che oggi è concentrata a Baricella, con un notevole sviluppo sia in termini qualitativi che quantitativi».

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