Sono scattati in tutta Italia i controlli negli aeroporti per prevenire il rischio di diffusione dell’infezione Dengue, dopo l’allarmante aumento dei casi in vari Paesi come Brasile e Argentina. 

All’aeroporto di Fiumicino il livello di vigilanza è stato innalzato nei confronti delle merci importate e degli aerei provenienti dai Paesi in cui è “frequente e continuo il rischio di contrarre la malattia”. Tra le misure previste la “disinsettazione” (ossia la disinfestazione dagli insetti) degli aerei e la valutazione di eventuali ordinanze per interventi straordinari di sorveglianza, sanificazione e disinfestazione. Il Regolamento Sanitario Internazionale prevede che l’aera aeroportuale/portuale e i 400 metri circostanti siano tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, quindi anche da roditori e insetti.

Il provvedimento è arrivato su disposizione del direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Francesco Vaia, agli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera. Le circolari sono riferite alla specie Aedes Aegipty, la zanzara vettore specifico del virus Zika ed anche del virus Dengue. Questa zanzara non è presente nel nostro territorio e l’obiettivo è quello di impedirne l’arrivo in Italia. 

Si ricorda che il Regolamento Sanitario Internazionale prevede che l’aera aeroportuale/portuale e i 400 metri circostanti siano tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, quindi anche da roditori e insetti.

Allo scalo romano sono presenti, da diversi mesi, dei totem del ministero della Salute, in italiano e in inglese, che riportano consigli ai viaggiatori internazionali sulle malattie trasmesse dalle zanzare.

La Dengue nel mondo: 5 milioni di casi nel 2023 ma già superati i 600mila nel 2024

Dopo un 2023 da record, con oltre 5 milioni di casi, nel solo mese di gennaio sono già stati superati i 600mila contagi nel mondo. Già nei mesi scorsi l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva messo in guardia dall’escalation della febbre dengue: in un ventennio si è registrata un aumento di dieci volte dei contagi, passati dai 500 mila del 2000 agli oltre 5 milioni del 2019. Dopo un rallentamento negli anni della pandemia, lo scorso anno la circolazione della dengue, che è comunque soggetta a intensificazioni ogni 3-4 anni, ha ripreso a crescere.

Secondo l’Oms sono stati oltre 5,5 milioni i casi e più di 5 mila i morti. Oltre l’80% si è verificato nel Sud America, con il Brasile che, da solo, ha contato circa 3 milioni di contagi. Al di fuori del Sud America, aumenti importanti sono stati registrati in Bangladesh con oltre 300 mila casi, Burkina Faso, che con 150 mila casi è stato il Paese africano più colpito. 170mila casi anche in Vietnam, anche se in calo rispetto all’anno precedente.

Il 2024 sembra confermare il trend dell’anno scorso. Sebbene i dati siano ancora parziali e frammentari, secondo i report diffusi dagli uffici regionali dell’Oms, nel primo mese dell’anno sono stati già superati i 600 mila casi nel mondo. La gran parte dei contagi (550 mila) continua a essere registrati nelle Americhe con un aumento del 189% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e del 263% rispetto alla media dei 5 anni precedenti. 68 i decessi registrati. Il Brasile continua a essere il Paese più colpito con 126 mila contagi solo nell’ultima settimana di gennaio. Tra i Paesi fuori dall’America per cui sono disponibili dati relativi al nuovo anno, si conferma l’alta circolazione della dengue in Burkina Faso (più di 2000 casi nella sola prima settimana dell’anno), aumenti importanti in Malesia (con oltre 10 mila casi fino a metà gennaio).

La Dengue in Italia

In Italia nel 2023 sono stati registrati 362 casi di dengue: 280 importati, 82 autoctoni, cioè trasmessi da zanzare infette nel nostro Paese. È il secondo anno che ciò si verifica: “la prima volta lo abbiamo visto nel 2020”, ricorda Flavia Riccardo, medico epidemiologo del dipartimentodi Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità. “Abbiamo la conferma che anche in Italia c’è la possibilità di trasmissione, grazie alla diffusione della zanzara Aedes albopictus, la cosiddetta zanzara tigre, che tuttavia ha una capacità di trasmissione minore rispetto alla zanzara Aedes aegypti diffusa nelle zone in cui la malattia è endemica. I cambiamenti climatici potrebbero in futuro avere effetti sulla trasmissione in Italia, ma al momento non è possibile fare previsioni”.

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