Venezia con il biglietto, come al cinema, o al luna park. Parte oggi, giovedì 15 aprile, la sperimentazione di una soluzione che dovrebbe gestire le ondate di turisti che calano sulla città appena inizia la bella stagione: il ticket per entrare in città. In sostanza dovrà essere pagato dai turisti giornalieri – i cosiddetti “mordi e fuggi” – per l’accesso alla città storica dalle ore 8.00 alle 16.30, non perciò in orario serale. Dal primo giugno una norma stabilisce anche un tetto ai gruppi turistici, al massimo 25 persone per volta, e il divieto degli altoparlanti utilizzati dalla guide. La Smart control room del Comune, in cui confluiscono le immagini di tutte le telecamere, i dati dei sensori contapersone, sarà il punto nevralgico dei controlli.
I turisti giornalieri devono pagare 5 euro
Venezia diventa così la prima città d’arte a sperimentare un contributo di accesso al proprio centro storico: 5 euro per tutti quei turisti “giornalieri” che non vogliono rinunciare a mettere piede a San Marco anche il primo maggio, o a Ferragosto.
80mila prenotati oggi, uno su 10 non paga
Nel primo giorno di sperimentazione del ticket d’ingresso a Venezia sono oltre 80mila le persone che hanno registrato la loro presenza in città oggi, 25 aprile. Solo 7mila però, uno su dieci, secondo i dati aggiornati a ieri pomeriggio, hanno pagato il voucher di 5 euro per accedere al centro storico. Tutti gli altri accessi sono di persone esenti alla tassa (cittadini veneti, i lavoratori, gli studenti e altre categorie), tenuti a registrarsi sulla piattaforma on line ma non a pagare. Tra questi, 30.300 sono gli ospiti delle strutture ricettive, 9.450 sono i veneti, potenziali vacanzieri “di giornata”.
Il sindaco Brugnaro rassicura: «Venezia è una città aperta»
Nessun divieto però: non c’è un numero massimo di turisti previsto oltre il quale chiudere i cancelli. «Venezia è una città aperta» ha sottolineato, parafrasando il capolavoro del neorealismo, il sindaco Luigi Brugnaro, che qualche settimana fa ha incontrato la stampa straniera.
Si sono mobilitate tutte le associazioni che da sempre lottano a Venezia contro il pensiero unico del turismo. Tuttavia non è l’idea di fare cassa che ha spinto Ca’ Farsetti a istituire il ticket. La gestione costerà più delle entrate che ne deriveranno. Ma finalmente, è la convinzione, si avrà il numero esatto delle persone presenti nei week end da “bollino nero”.