Nei primi tre mesi del 2024 sono stati chiusi altri 97 sportelli bancari, 25 in più rispetto all’anno scorso quando le chiusure erano state 72. Dall’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della Fondazione Fiba (First Cisl), che ha rielaborato i dati di Banca d’Italia e Istat, emerge che ci sono altri 7 comuni italiani che hanno visto chiudere la loro ultima filiale. E vanno ad aggiungersi ai 3.282 abbandonati negli scorsi anni, pari al 41,5% del totale. Questo significa che un quarto del territorio nazionale, con una superficie complessiva pari a quella di Lombardia, Veneto e Piemonte non ha uno sportello bancario.
Gli abitanti
Se cala il numero degli sportelli, aumenta quello di chi ha perso o rischia di perdere l’accesso ai servizi bancari: oltre 10 milioni e 400mila persone vivono infatti in comuni totalmente “desertificati” (4 milioni e 392mila, in crescita dello 0,4% rispetto alla fine del 2023) e in via di desertificazione: quelli con un solo sportello sono infatti 6 milioni e 60mila, in crescita dello 0,5%. Da marzo 2023 sono 500mila in più. Mentre chiudono gli sportelli, l’internet banking non raggiunge una diffusione tale da compensare l’accesso ai servizi: secondo l’Osservatorio della Cisl, in Italia lo utilizza solo il 51,5% degli utenti contro una media Ue del 63,9% e quindi la desertificazione bancaria rappresenta un acceleratore dell’esclusione sociale, soprattutto per gli anziani: tra i 65 e i 74 anni solo uno su quattro usa l’internet banking.
L’impatto sui territori
Confrontando la cartina di fine 2023 con quella attuale, secondo l’Osservatorio della Cisl le regioni più colpite sono Friuli Venezia Giulia e Toscana (- 0,7%), Lazio, Umbria e Veneto (- 0,6%), Sicilia (- 0,4%), Sardegna e Piemonte (- 0,2%). Se invece guardiamo alla graduatoria delle province le meno desertificate sono quelle di Barletta-Andria-Trani, Brindisi, Grosseto, Ragusa, Ravenna, Reggio Emilia e Pisa. La maglia nera va a Vibo Valentia e Isernia.