Il Consiglio Fifa entro il 20 luglio deciderà se accogliere o meno la richiesta della Palestina di sospendere la Federazione israeliana, richiesta già avanzata per la prima volta ad aprile.
La Federcalcio palestinese sostiene che la squadra nazionale e i club israeliani dovrebbero essere penalizzati poiché il Paese ha violato il diritto internazionale con l’occupazione dei territori palestinesi e per aver consentito alle squadre israeliane situate nelle aree occupate di competere nel campionato nazionale israeliano. Sostiene inoltre che, consentendo il razzismo e la discriminazione nelle aree sotto la giurisdizione della Federcalcio palestinese ed essendo complice delle offensive militari a Gaza, la Federcalcio israeliana ha violato gli statuti della Fifa. La Confederazione asiatica di calcio ha sostenuto la richiesta della Palestina di sanzioni contro Israele.
In occasione del Congresso di Bangkok, la Federcalcio palestinese è tornata alla carica, chiedendo – col sostegno della Giordania – di escludere Israele dall’assemblea. “Il calcio non deve e non dovrebbe mai diventare ostaggio della politica e resta sempre un vettore di pace, una fonte di speranza, una forza positiva che unisce la gente anziché dividerla”, la risposta del presidente Fifa, Gianni Infantino, che ha rimesso la questione nelle mani del Consiglio annunciando che verrà dato mandato a degli esperti legali indipendenti “per analizzare e valutare le richieste e garantire che gli statuti e i regolamenti della Fifa siano applicati nel modo corretto al fine di garantire un processo equo e appropriato”.
L’esito della valutazione legale sarà quindi sottoposto al Consiglio Fifa in occasione di una riunione straordinaria da tenersi entro il 20 luglio “per prendere le decisioni del caso”.