L’attuale versione dei conti pubblici 2023 resa nota oggi dall’Istat (che ha rivisto il deficit dal7,2% dal 7,4% del Pil) differisce da quella del 5 aprile perché “acquisisce le più recenti evidenze sulla spesa per i crediti d’imposta connessi al Superbonus”. Lo hanno spiegato i tecnici dell’Istituto nel corso dell’audizione sul Def.
“La normativa aveva infatti indicato il 4 aprile 2024 come data ultima per comunicare all’Agenzia delle Entrate la scelta di avvalersi della cessione del credito o dello sconto in fattura. – hanno ricordato – Le informazioni inserite nell’attuale versione dei conti sono a riguardo complete, sebbene non ancora definitive per eventuali modifiche dovute alla fisiologica stabilizzazione del dato relativo alla cessione dei crediti nei prossimi mesi. Ulteriori modifiche della spesa complessiva potranno, inoltre, derivare dai dati sulle detrazioni desunte dalle dichiarazioni fiscali che saranno disponibili solo dopo la fine dell’anno. Tuttavia, dato il ricorso limitato all’opzione dell’utilizzo diretto da parte del beneficiario, è verosimile attendersi revisioni di importo limitato”.
Sulle prospettive future dei conti pubblici italiani “pesano le incertezze sull’evoluzione dell’economia, legate soprattutto alle incognite dello scenario geopolitico”: è quanto messo in luce dagli economisti dell’Istat secondo i quali, “come più volte richiamato, sarà importante garantire la piena realizzazione degli investimenti pubblici e delle riforme previste dal Pnrr”.
Nell’audizione sul Def, i tecnici dell’Istat hanno ricordato che “nell’attuale fase di stabilizzazione dei prezzi energetici, iniziata a fine 2022, e in assenza di nuovi shock, il Def delinea un percorso tendenziale volto al graduale consolidamento dei conti pubblici, con il rientro del deficit sotto la soglia del 3% del Pil nel2027 e l’avvio, nello stesso anno, di un percorso di riduzione del rapporto debito/Pil”.