Via libera dell’Aula della Camera al ddl sulla cybersicurezza. I sì sono stati 149, gli astenuti 109 e 8 i contrari: Iv, Az, M5S e Pd si sono astenuti, Avs ha votato contro. Il testo – che prevede tra l’altro un inasprimento delle pene per i reati informatici e l’obbligo per le amministrazioni di segnalare entro 24 ore gli attacchi e di dotarsi di un responsabile della cybersicurezza – ora passa al Senato in seconda lettura. Durante l’esame in Aula è stato approvato un odg a firma di Enrico Costa (Az) che impegna il governo a mettere mano alla regolamentazione dell’uso del trojan nel primo provvedimento utile.
Controlli sull’accesso alle banche dati
Non poche le novità introdotte nel testo durante l’esame in commissione. Tra queste, quelle inserite con gli emendamenti presentati da Enrico Costa (Az) che riguardano la possibilità per gli ispettori del ministero della Giustizia di fare controlli sull’accesso alle banche dati e di prevedere che l’accesso a tali banche dati sia consentito solo «previo utilizzo di specifici sistemi di autenticazione informatica basati sull’utilizzo combinato di almeno due differenti tecnologie di autenticazione, una delle quali deve essere basata sull’elaborazione di caratteristiche biometriche». Inoltre, si prevede anche la tenuta di un registro nel quale dovranno essere riportati i nomi di chi vi accede e le motivazioni di tali ingressi.
Arriva reato specifico di «truffa online»
Per contrastare, poi, i reati informatici e garantire maggiore sicurezza nel comparto dell’e-commerce è stato approvato anche un emendamento che introduce nel nostro ordinamento il reato specifico di «truffa online». Previste delle aggravanti per chi commette reati attraverso siti e piattaforme informatiche, come la «confisca obbligatoria» degli strumenti in possesso dell’autore della truffa come computer, telefonini, tablet da utilizzare per risarcire le vittime dei reati.
Partiti su fronti opposti
«Siamo estremamente soddisfatti per l’approvazione in Aula del ddl sulla cybersicurezza. Tra le tante importanti misure previste ce n’è una di cui siamo particolarmente orgogliosi, frutto di un emendamento firmato da tutto il gruppo di Fratelli d’Italia». Tommaso Foti, capogruppo di FdI alla Camera, e Letizia Giorgianni, deputato del partito, evidenziano proprio l’introduzione nel nostro ordinamento del nuovo reato. E «per chi si macchia di questi crimini ci sarà la “confisca obbligatoria” degli strumenti informatici come computer, telefonini e tablet, e il sequestro dei beni di proprietà da utilizzare per risarcire le vittime dei reati. Grazie a questa norma diamo un’adeguata risposta alle richieste tanto attese delle vittime, ponendoci, ancora una volta, al fianco dei cittadini onesti e perbene». Profondamente diversa la lettura in casa M5S. «Cybersicurezza significa difesa della sicurezza collettiva e della libertà, della privacy e delle istituzioni. Doveroso quindi prevedere un apposito ddl, peccato che questo del governo sia l’ennesima occasione mancata, l’ennesimo fallimento di un governo che non ne indovina una, che pensa solo agli spot elettorali e mai a risolvere i problemi seri», ha detto in dichiarazione di voto il deputato Alfonso Colucci, capogruppo in commissione Affari costituzionali. Per Giulia Pastorella, vicepresidente di Azione, la cybersicurezza «è un tema che va affrontato ma questo testo non fa quello che si era prefisso: non si occupa seriamente della cybersecurity e non anticipa in modo efficace le future norme europee. In più condisce il tutto con l’inasprimento delle pene, marchio di fabbrica di questo Governo. La Pa locale viene caricata degli obblighi di notifica degli attacchi informatici senza ricevere le risorse necessarie per ottemperare a questi obblighi».