Nei giorni difficili per la Liguria sotto i riflettori per le indagini per corruzione che ha coinvolto il governatore Giovanni Toti, il suo capo di Gabinetto Matteo Cozzani e l’imprenditore Aldo Spinelli la giornata di ieri verrà ricordata come quella degli imprenditori.
A comparire davanti alla Giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni sono stati Aldo Spinelli, il figlio Roberto e Francesco Moncada, ex consigliere di amministrazione di Esselunga, destinatario di una misura interdittiva. Secondo l’ipotesi dell’accusa, sarebbe responsabile di finanziamento illecito per un pagamento “occulto” di alcuni passaggi pubblicitari su un pannello esposto sulla Terrazza Colombo per le comunali del giugno di due anni fa in cambio dello sblocco di pratiche per aprire punti vendita Esselunga a Sestri Ponente e Savona.
Riecheggiano frasi che fanno tornare in mente il periodo buio di Tangentopoli. Aldo Spinelli per circa un’ora ha risposto alla giudice: “Ho detto tutto, tutto…”, fa sapere al termine dell’interrogatorio aggiungendo di non essere preoccupato e di meritare la libertà. Come poi ha spiegato il suo legale, Andrea Vernazza, “si è sfogato”.
Uno sfogo di cui nulla è stato detto ufficialmente ma, da quello che trapela, l’imprenditore si sarebbe difeso dicendo di aver sempre avuto a cuore gli interessi del porto e di aver “agito solo per quegli interessi” che sono poi anche della città. Avrebbe anche ribadito che i finanziamenti erano “regolari”.
Inchiesta Toti: Spinelli, ‘ho detto tutto, tutto…’
Il figlio Roberto, invece, anche lui con una misura interdittiva, ha ripetuto quello che emerge dalle intercettazioni agli atti del fascicolo: ossia che lui non era d’accordo con il padre, non condivideva la sua gestione imprenditoriale “di versare soldi alla politica”, in questo caso al comitato Toti. In sostanza si sarebbe chiamato fuori attribuendo le responsabilità al padre. “Ha fatto tutto lui”, avrebbe detto.
Francesco Moncada invece, assistito da un pool di legali guidato dalla professoressa Paola Severino, ha reso dichiarazioni spontanee e si è proclamato innocente. Ha sottolineato poi che in occasione dell’incontro in Regione del 17 marzo 2022 “ha sempre inteso agire nel pieno rispetto della legalità e in assoluta trasparenza, alla luce del giorno” e ha negato di “aver aderito ad alcun patto illecito”.
Riguardo agli aspetti tecnici e burocratici della pratica di Sestri, Moncada ha tenuto a precisare che “ha avuto un iter molto lungo e articolato, avviata a livello Comunale nel lontano agosto 2010, passata attraverso sentenze favorevoli del Tar e del Consiglio di Stato, infine approdata in questi giorni alla fase della prima conferenza dei servizi. Di contro la pratica di Savona non necessitava di alcun passaggio regionale”.
Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, accusato tra l’altro di aver favorito alcune cosche di Cosa nostra, ha negato gli addebiti tramite dichiarazioni spontanee, pur non rispondendo al Gip di La Spezia. Stessa linea tenuta l’11 maggio da Toti.
C’è attesa per l’interrogatorio del governatore davanti ai Pm, che oggi dovrebbe essere fissato. Sempre ieri i pubblici ministeri Federico Manotti e Luca Monteverde hanno sentito la deputata Ilaria Cavo e Beatrice Cozzi Parodi. Quest’ultima ha ricevuto regali da parte di Signorini, come una borsa Chanel che però fu pagata da Aldo Spinelli, come i soggiorni a Montecarlo e il resto.
Nei prossimi giorni verrà sentita anche l’altra donna che lo ha accompagnato, Tamara Musso. Tra gli altri testimoni convocati anche il sindaco di Genova, Marco Bucci.
Dagli atti emergerebbero altri potenziali filoni rispetto alle contestazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare. Oltre agli affari attorno al porto, alla grande distribuzione e ai rifiuti, affiorerebbero anche interessi sulla Sanità, in particolare quella privata, e il Covid: nel filone sul voto di scambio tra la comunità riesina e quella calabrese e la lista di Toti, gli investigatori hanno anche scoperto una maxi frode da un milione e 200mila euro sulle mascherine.