Oggi si parla di volatilità elettorale, parola che in Italia sembrava fosse negata per tutto il corso della prima Repubblica.
Esaminando le elezioni Europee (2014, 2019 e 2024) e le politiche (2022) si comprende invece come il corpo elettorale italiano scelga di cambiare la destinazione del proprio voto a distanza di poco tempo.
Siamo ad un dato quasi definitivo per ciò che riguarda le percentuali ottenute dai partiti.
Partiamo da Fratelli d’Italia. Nelle elezioni Europee del 2014 fu la vera scommessa di Giorgia Meloni. Conservare l’identità di un partito. Ottenne il 3,67% dei voti che nel 2019 venne quasi raddoppiato arrivando al 6,44%. Poi l’exploit delle politiche del 2022 che l’hanno portata al 26% ed oggi, alle Europee al 28,9%, anche se il numero di elettori per queste europee del 2024 è del 16% più basso delle ultime politiche.
Voti, quelli di Fratelli d’Italia che sembrano quasi travasarsi dalle altre forze politiche di centrodestra. La Lega alle europee del 2019 aveva il 6,15% per passare nel 2019 al 34,26%, scendere alle politiche all’8,8% e ritrovarsi oggi all’8,5%.
Forza Italia nel 2014 aveva ancora un consenso al 16,81% per scendere all’8,78% nel 2019 e all’8,11% delle politiche. Oggi, insieme alla formazione di Maurizio Lupi, ottiene il 9,1% che è un decimale in più della somma che Noi Moderati e FI presero alle politiche.
Se si parla di volatilità del voto non si può non leggere l’andamento dei consensi ottenuti dal Pd. Nel 2014 i Dem, nel pieno della parentesi renziana, ottenne il 40,81% ma già nel 2019, nel periodo di maggior crescita della Lega, scese al 22,74%. Un calo ulteriore alle politiche che attestò il partito al 19% per risalire oggi al 24,5%. Se si lega il dato del Pd a quello del Movimento Cinque stelle si può notare come l’aumento del Pd rispetto alle politiche sia equivalente alla perdita di consenso che il partito di Giuseppe Conte ha subito dalle politiche del 2022 a oggi.
Tra le forze minori, salvo variazioni delle ultime ore, non ce la fa nessuno se non l’alleanza Verdi-Sinistra che quasi raddoppia i consensi delle politiche, passando dal 3,6% al 6,8%
Proiezioni stima seggi a confronto
Il dato complessivo dei risultati delle europee dimostra come l’Italia, in questo terremoto che ha colpito per esempio Francia, Germania e Belgio, dimostri una certa stabilità.
Il Pd, per esempio, contribuisce a diminuire la perdita di parlamentari di S&D al Parlamento Europeo, potendo arrivare, con i dati definitivi, ad avere da due a tre parlamentari in più rispetto alle Europee del 2019. Verdi e Sinistra ottengono per la prima volta una delegazione di Parlamentari europei che potrebbe essere tra i 5 e i 7 mentre i Cinque stelle ne perdono dai 4 ai 6.
Nel centro destra il risultato fa si che, a differenza che in altri Paesi, in Italia diminuica la componente più a destra, quella di Identita e Democrazia.
La Lega, infatti, perde dai 21 ai 23 seggi europei, acquisiti da Fratelli d’Italia (da 23 a 25 seggi) che sebbene confluiscano nei Conservatori europei, faranno parte di una destra non estrema, che ha lanciato messaggi per una ipotetica alleanza con i Popolari. Al momento sembra una ipotesi remota poiché Meloni, che dei Conservatori europei è presidente, pur immaginando un’alleanza col Ppe ha anche detto che non potrebbe stare insieme ai socialisti. Insomma, non ci potrebbe essere, almeno dalle prime dichiarazioni, una maggioranza Ursula allargata. Se i dati saranno confermati, però, un’alleanza europeista senza i socialisti non sarà possibile. Si consolida, dall’Italia, anche la presenza dei Popolari che, con Forza Italia, potrebbe portare 1 o 2 parlamentari in più.