Crea disagio, imbarazzo, per quanto la pubblicità degli assorbenti ad hoc abbia sdoganato la vergogna di parlarne apertamente. Eppure non si affronta l’argomento dell’incontinenza mai abbastanza, specie considerando il numero degli italiani che ne soffre.
Nella Giornata nazionale dell’urologia promossa oggi dalla Società italiana di urologia (Siu) viene messo in evidenza il dato secondo cui la patologia interessa oltre 5 milioni di italiani. Dato che arriva al 20-30% delle donne e al 2-11% dei maschi in età adulta, per poi continuare a salire al 32-64% durante la gravidanza e al 55% nella popolazione anziana di entrambi i sessi.
Il ruolo della menopausa
“La persona con incontinenza è per lo più la donna: 7 volte su 10” in pre o “menopausa e, ovviamente, fa uso purtroppo di pannolini. E’ questo l’identikit che rende molto bene la tipologia del paziente o, meglio, della paziente con incontinenza”. Spiega Vincenzo Mirone, responsabile Ufficio comunicazione della Società italiana di urologia (Siu). Purtroppo c’è pudore nel parlarne: “Il primo consiglio veramente importante, che può sembrare banale – ribadisce il professore – è riconoscere che l’incontinenza è una malattia che va curata, come tutte le malattie, per questo non ci si deve affidare al pannolino o ignorarla. Abbiamo farmaci molto importanti, assolutamente validi per l’incontinenza, ma anche la ginnastica riabilitativa e, nei casi più estremi, anche degli interventi, quindi – conclude Mirone – è una malattia risolvibile e ignorarla vuol dire ‘rovinarsi’ la vita”.
I costi
I costi dell’incontinenza urinaria sono importanti sia da un punto di vista psico-sociale, per il livello di sofferenza dell’individuo e dei familiari, sia dal punto di vista socioeconomico. Nonostante la diffusione del problema, dagli ultimi dati nazionali risulta che solo il 43% dei pazienti affetti richiede un parere ad un professionista, confermando che questo problema era ed è ancora un tabù che si accompagna a vergogna portando all’isolamento dei soggetti affetti
“Occorre sapere come la perdita di urine non sia solo un processo fisiologico legato esclusivamente all’età e le cosiddette ‘protezioni’ non devono rappresentare la soluzione unica al problema dell’incontinenza, ma il momento della transizione fra la fase diagnostica e quella terapeutica – afferma Giuseppe Carrieri, presidente nazionale della Siu – La disponibilità di ambulatori e di personale dedicato, che indirizzino e seguano la paziente in ogni fase del trattamento, dai consigli sullo stile di vita (come l’alimentazione, la perdita di peso, la regolarità intestinale), alla riabilitazione del pavimento pelvico, dalla terapia farmacologica fino alla chirurgia, è fondamentale per consentire il recupero della continenza”.
“La perdita di urine non è un processo fisiologico legato all’età che avanza”
La stragrande maggioranza degli italiani pensa che l’incontinenza urinaria sia dovuta all’invecchiamento. Ma non è così: è un falso mito che va sfatato, per questo la Società italiana di urologia da sempre è impegnata in campagne di sensibilizzazione in merito all’incontinenza urinaria che, va detto, è una condizione patologica curabile, ma che purtroppo è ancora troppo sottovalutata rispetto ad altri Paesi”. Così Giuseppe Carrieri, presidente degli urologi italiani, che precisa: “Parliamo di incontinenza anche se si perdono poche gocce di urina, ma in pochi lo sanno e trascurano il problema. Fortunatamente l’urologia offre moltissimi rimedi per migliorare la qualità di vita di questi pazienti che, a causa della loro condizione, spesso si isolano, evitano di uscire per andare a fare la spesa per paura di farsela addosso oppure, se costretti, studiano la mappa dei bagni pubblici del supermercato o del bar”.
“SIU risponde”
Attraverso il decalogo, gli urologi italiani ribadiscono come la correzione dello stile di vita (ad esempio l’eliminazione del fumo, la dieta e il mantenimento del peso forma) sia oltremodo vantaggioso per chi soffre d’incontinenza urinaria, poiché la nicotina è un noto irritante vescicale e l’obesità indebolisce il pavimento pelvico. Le ’10 regole’ per affrontare al meglio l’incontinenza urinaria, ricordano gli urologi, sono: non considerarla solo come una malattia, perché potrebbe essere un sintomo di una patologia che va indagata e curata; perdere urine non è un processo fisiologico solo legato all’età; le protezioni non devo rappresentare una soluzione al problema dell’incontinenza, ma il momento della transizione fra la fase diagnostica e quella terapeutica; mantenere una funzionalità intestinale regolare, combattendo la stitichezza, è utile per ridurre il carico sulle strutture muscolari e sugli organi pelvici; la regolare attività fisica con passeggiate e nuoto aiuta a mantenersi in salute, senza eccessivi sforzi fisici che coinvolgono i muscoli addominali ed il pavimento pelvico.
I farmaci
“Le istituzioni sono molto importanti – sottolinea il presidente della Siu – perché molte decisioni per migliorare la qualità di questi pazienti spettano a loro. Mi riferisco alla necessità di potenziare la disponibilità di ambulatori e personale dedicato nei reparti, ancora molto pochi, che indirizzino e seguano il paziente in ogni fase del trattamento”. C’è poi la questione dei farmaci per l’incontinenza urinaria “che non sono rimborsati dal nostro Servizio sanitario nazionale. Si tratta degli anti-muscarinici – conclude Carrieri – limitano il problema legato alla perdita di urina, ma sono a totale carico del paziente”.