Una visita lampo quella di Papa Francesco in Campidoglio lunedì 10 giugno che viene accolto, sul colle romano, dagli squilli di tromba dei fedeli di Vitorchiano e dal sindaco Roberto Gualtieri. L’incontro del vescovo di Roma con l’amministrazione capitolina è una delle prime tappe diplomatiche a pochi mesi dall’inizio del Giubileo 2025 che simboleggia un legame indissolubile tra Santa Sede, il Comune di Roma e il Governo Italiano. Il grande evento giubilare, che durerà un anno, metterà la citta eterna sotto i riflettori di tutto il mondo. Francesco visita il Campidoglio per la seconda volta; la prima fu nel 2019 durante il mandato di Virginia Raggi. Ma è il quarto Pontefice ad affacciarsi dalla Loggia del Palazzo Senatorio nella storia della Roma millenaria “che ha saputo accogliere diverse popolazioni e persone provenienti da ogni parte del mondo – lo ricordava il Pontefice – senza annullarne le legittime differenze, senza umiliare o schiacciare le rispettive peculiari caratteristiche e identità”.
I lavori giubilari per il rinnovamento della città, specialmente nelle aree intorno a San Pietro e alle grandi Basiliche, saranno completate entro l’apertura della Porta Santa e renderanno la città una meraviglia del mondo. Papa Francesco ha lodato la pazienza dei romani durante questi lavori e incoraggiato la città a mantenere il suo ruolo di faro di civiltà e accoglienza. Un messaggio carico di speranza e pace costruita sulla fratellanza.
Mariano Angelucci, Vice presidente Commissione Speciale Giubileo 2025 del Comune di Roma
Abbiamo incontrato Mariano Angelucci, Vice presidente Commissione Speciale Giubileo 2025 del Comune di Roma
Qual è il motivo della visita di Papa Francesco in Campidoglio?
È usanza da parte del Santo Padre, essendo anche il vescovo di Roma in ogni consiliatura, venire a trovare gli amministratori che governano la città. Questa visita accade a pochi mesi dall’inizio del Giubileo e di questo siamo molti contenti. Quindi ci sarà modo di avere per ciascun consigliere un momento da condividere con il Santo Padre all’interno dell’Aula Giulio Cesare, che è il luogo dove c’è l’Assemblea Capitolina, l’organo che governa la città. Perciò siamo molto felici, per noi questa è veramente una giornata emozionante.
Nel suo recente incontro con Papa Francesco il Sindaco Gualtieri ha illustrato l’avanzamento dei lavori introdotti per il Giubileo. Quanti cantieri saranno pronti per la fine dell’anno?
I cantieri giubilari si dividono in due tipologie; le opere indifferibili e quelle differibili. Le opere indifferibili sono quelle che devono essere completate entro l’apertura della porta Santa, tra cui c’è il sottopasso di Piazza Pia, per collegare con una piazza pedonale il percorso che va da Castel Sant’Angelo a San Pietro. Questa è l’opera principe che renderà quel pezzo della città una meraviglia del mondo e darà la possibilità ai pellegrini che arriveranno a San Pietro di godere della città in un modo differente, senza macchine e con tutta un’isola pedonale.
Sono solo queste…?
Altre opere che termineranno per il Giubileo sono il Sagrato di San Giovanni che sarà integralmente riqualificato. Verrà completata tutta la riqualificazione di Piazza dei Cinquecento e delle Terme Di Diocleziano. Anche lì verrà convertita a passeggiata archeologica che riconnetterà con Via Nazionale fino al centro. C’è anche il ponte di ferro e l’area eventi delle Vele di Calatrava. Tutte le grandi opere avviate per il Giubileo saranno ultimate entro l’apertura della Porta Santa. Mentre i lavori in corso a Piazza Venezia a alla metropolitana non saranno pronti perché non sono opere giubilari.
A pochi mesi dall’inizio del Giubileo rimangono problemi quali il traffico, la spazzatura, ecc.?
Per quanto riguarda la spazzatura la situazione negli ultimi sei mesi è notevolmente migliorata. Questo è il frutto di un lavoro di riorganizzazione dell’Ama e di tutta l’amministrazione. Entro fine anno dovrebbero partire i lavori del termovalorizzatore che consentirà alla città di uscire definitivamente dal problema dei rifiuti. Ci sarà un piano di ulteriori assunzioni di operatori ecologici che lavoreranno nell’Ama. Abbiamo acquistato15.000 nuovi cassonetti e 5000 nuovi cestini che saranno collocati in tutta la città. Avremo altri 300 membri di polizia metropolitana, che insieme a squadre di Ama, faranno da accertatori. Il traffico, tendenzialmente oggi è maggiore per il tema legato ai cantieri. Via via saranno ultimati e la situazione andrà a migliorare sensibilmente.
La visita di Papa Francesco sarà sicuramente un’occasione per celebrare il legame tra il Pontefice e la città. Qual è il messaggio di speranza e di unità che lascia il vescovo di Roma ai romani?
Sicuramente è un forte messaggio di pace e di fratellanza e di apertura ai popoli. Io credo che questo sia il messaggio più grande che ci lascia il Santo Padre, in una fase in cui lo scenario internazionale è complicato, dove c’è bisogno veramente di pace. Quindi questo è il messaggio più grande che il Santo Padre ci lascia.
Guerra, immigrazione, crisi, disagio sociale… In che maniera Roma città aperta accoglie gli ultimi?
Roma è da sempre città aperta. E anche in questa fase sta dimostrando, con tutte le particolari criticità che ci sono, che è una città capace di accogliere, è una città capace di integrare, dove le persone, quando arrivano, si sentono a casa. La nostra è un’amministrazione che guarda e pensa agli ultimi e a tutta la città, anche a chi vive più lontano dal centro. Per noi questo è l’elemento fondamentale nell’agire politico. Per questo continueremo a lavorare affinché le disuguaglianze si vadano a ridurre via via. Questo è quello che dovrebbe fare una buona amministrazione. Inoltre collaboriamo con la Caritas attraverso l’Assessorato dei Servizi Sociali; c’è un rapporto continuo con tutte le Istituzioni che si occupano di solidarietà nella nostra città.
Papa Francesco ha fatto un appello che per il Giubileo serve una moratoria al debito estero dei Paesi più poveri. Quali proposte possono andare incontro a questa esigenza?
Io credo che una parte importante in questa direzione la deve fare l’Unione europea. L’Europa è chiamata, in questa fase storica così complicata, ad essere compatta e a dare delle risposte e un supporto a quelle zone che soffrono particolarmente in questo periodo. Senza un’Europa compatta ci possono essere problemi seri per lo scenario e degli scenari delle zone circostanti. Infine senza Europa verrebbe a mancare un baluardo di equilibrio e di supporto alla pace e alla prosperità.
Alla luce del Giubileo Roma può essere chiamata ancora, come si diceva un tempo, Communis patria” per tutti i popoli?
Assolutamente Sì. Roma in questa fase sta vivendo una rinascita, dopo anni di difficoltà. Questo grazie al lavoro che si sta facendo, a partire dal sindaco Gualtieri, utilizzando al meglio le risorse giubilari che dovranno servire ad accogliere chi verrà nella nostra città, ma soprattutto per chi già risiede, che è l’aspetto più importante. C’è anche la possibilità di utilizzare le risorse del PNRR, insieme a quelle ordinarie, che stanno consentendo alla città di fare quel salto nel futuro di cui aveva bisogno. Proprio per ricalcare quella che è la storia millenaria della nostra città.