Ci sono Milano, Bergamo e Brescia, ma anche Arezzo, Roma Capitale, Cagliari e Caltanissetta. Città del Nord come del centro o del Sud Italia riempiono l’elenco dei 29 comuni capoluogo che si trovano a un livello “buono” di maturità digitale, il più alto. Peraltro in un anno in cui dietro la lavagna non è finito nessuno dei 110 comuni capoluogo italiani.
Sono messaggi in questo senso confortanti quelli che arrivano dalla sesta edizione dell’“Indagine sulla maturità digitale dei Comuni capoluogo” che sarà presentata oggi a Forum Pa 2024. La ricerca, realizzata da Fpa, società del gruppo Digital360, per Deda Next, società di Dedagroup, ha analizzato lo stato di avanzamento delle amministrazioni comunali italiane negli obiettivi di digitalizzazione individuati dalle strategie nazionali.
«Quest’anno l’elemento particolarmente interessante è che è il primo in cui non ci sono comuni classificati a livello basso. Lo interpretiamo – spiega Fabio Meloni, ceo di Deda Next – come un risultato del Pnrr. Già l’anno scorso avevamo visto tendenzialmente un’accelerazione della maturità digitale dei comuni; quest’anno registriamo il fatto che comuni a livello basso, che poi significa sostanzialmente indietro con qualsiasi tipo di servizio digitale, non ci sono più. Un risultato non scontato».
L’indagine fotografa lo stato di maturità digitale di 110 amministrazioni capoluogo misurato sullo stato di digitalizzazione dei servizi che vengono erogati ai cittadini privilegiando il punto di vista del cittadino. Sono tre gli indici considerati: Digital Public Services (disponibilità e qualità dei servizi online offerti dai comuni); Digital PA (che riguarda l’integrazione di servizi con le piattaforme digitali del modello nazionale di riferimento disegnato da Agid come Spid, Cie, PagoPa, l’App IO, cui si è aggiunta la piattaforma Send cioè la piattaforma delle notifiche digitali); Digital Data Gov che riguarda l’interoperabilità dei dati (cioè come i dati vengono effettivamente utilizzati e condivisi dai comuni) e misura il livello di adesione dei Comuni alla Pdnd (Piattaforma Digitale Nazionale Dati), il cui lancio è relativamente recente.
Cosa emerge dunque? Innanzitutto il fatto che la differenza tra le città del nord, tendenzialmente più avanti rispetto alle città del sud, si assottiglia. Si riducono poi i gap territoriali e demografici. Tra le 29 città con un buon livello di maturità digitale complessiva ci sono, oltre a 5 Comuni metropolitani, 12 realtà medio-grandi (con una popolazione tra 100mila e 250mila abitanti), 9 città medie (tra 50mila e 100mila abitanti) e 3 piccole realtà (sotto i 50mila abitanti- I 29 comuni sono: Aosta, Arezzo, Bergamo, Bologna, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Cesena, Cremona, Ferrara, Firenze, Genova, Livorno, Lodi, Massa, Milano, Modena, Nuoro, Padova, Parma, Pavia, Perugia, Piacenza, Pistoia, Reggio Emilia, Rimini, Roma Capitale, Siena, Udine. Altri 52 comuni capoluogo sono a livello “medio-alto” e i restanti 29 a un livello “medio-basso”. Nessun, come detto, si colloca al livello minimo.