A urne chiuse, e risultati ormai evidenti, il “titolo” di queste elezioni europee 2024 è già stato fatto: l’avanzata delle destre in tutta Europa, e soprattutto al suo cuore (Francia e Germania), scuote le fondamenta dei partiti più europeisti e delle istituzioni di Bruxelles. Il dibattito ora si sposta a livello di famiglie politiche, e durerà un bel po’, entrando nel vivo le trattative per la composizione della prossima alleanza tra i vari gruppi parlamentari, che andranno a sostenere la decima legislatura del Parlamento europeo e, di conseguenza, la Commissione.
Come ampiamente già pronosticato da commentatori e sondaggisti, tuttavia, si può dire che gli equilibri nell’emiciclo di Strasburgo non cambieranno, dato che le varie simulazioni mostrano che la maggioranza uscente, la cosiddetta “maggioranza Ursula”, composta dalle forze europeiste (Ppe + S&D + Renew), risulta saldamente al comando dei 720 eletti nei 27 Stati membri dell’Unione.
Ursula von der Leyen: “Vogliamo un’Europa forte e capace”
E proprio la presidente uscente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, spitzenkandidat del Ppe, oltre a esultare nella serata di ieri (“Abbiamo vinto”, ha commentato a caldo, dopo le prime proiezioni che davano il Partito popolare europeo in testa), oggi ha dichiarato “Noi tutti vogliamo un’Europa forte e capace. In questi tempi turbolenti, abbiamo bisogno di continuità. Vogliamo proseguire sulla strada con tutti coloro che sono pro-Europa, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto”, ha confermato dalla sede della Cdu a Berlino, precisando che comincerà i colloqui con i socialisti e i liberali. E aggiungendo subito dopo che “la porta resta aperta per gli altri”, a partire dei Verdi.
La maggioranza Ursula (Ppe + S&D + Renew) a 400 seggi
Passando ai calcoli grezzi, il gruppo politico più consistente si conferma quello del Ppe, che dai 176 seggi della legislatura uscente passa ai 186 di quella che si sta per inaugurare (25,83%). Il secondo gruppo più consistente è quello dell’alleanza progressista dei Socialisti e Democratici, che perdono 4 seggi: dai 139 del Parlamento 2019-2024 ne ottengono a questa tornata 135 (19,71%). Seguono i Liberali di Renew, con 79 seggi (erano 102), corrispondenti al 10,97%. Questi soli tre gruppi, corrispondenti alla “maggioranza Ursula”, arriverebbero a 400 seggi, ben al di sopra della maggioranza relativa (361 su 720).
I Verdi dal quarto al sesto gruppo politico
A questo punto, le simulazioni mostrano che, se questa compagine di partenza si allargasse al gruppo Ecr (Conservatori e riformisti, quello presieduto da Giorgia Meloni), il quarto dell’Europarlamento con 73 deputati (pari al 10,14%), toccherebbe quota 473 seggi. Se invece ci fosse l’alleanza con i Verdi (che passano dall’essere il quarto gruppo politico al sesto), forti dei loro 53 deputati (pari al 7,36%), la maggioranza della nuova legislatura europea corrisponderebbe a 453 seggi.
Possibile maggioranza del solo centrodestra a 396 seggi
C’è poi il gruppo Identità e Democrazia, quello del Rassemblement Nationale di Marine Le Pen e della Lega, che ha 58 seggi (8,06%) e che consentirebbe di formare una maggioranza alternativa del solo centrodestra, mettendo insieme Popolari, Liberali e Conservatori: in questo caso, si arriverebbe a 396 deputati, comunque superiori alla maggioranza relativa di 361 ma sotto la soglia psicologica dei 400 seggi.
I non iscritti più del gruppo della Sinistra
Gli altri gruppi sono la Sinistra, che raccoglie 36 deputati – uno in meno rispetto alla scorsa legislatura –, pari al 5% dei consensi; e i non iscritti, che rappresentano un gruppo consistente di ben 45 eurodeputati, i quali, tenendosi le mani libere, non consentono di fare previsioni su eventuali esiti di votazioni cruciali.